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La storia

La Storia

La storia dell’istituto incomincia agli inizi degli anni Cinquanta quando la Pontificia Opera di Assistenza (P.O.A.) sezione di Como, divenuta poi Opera Diocesana di Assistenza (O.D.A.) acquista l’ottocentesca Villa Bossi di Tavernerio con ampio terreno e pineta.
Villa Bossi fu villa patrizia e castello medioevale usato per i collegamenti tra gli eserciti comaschi e milanesi al tempo dei comuni, distrutto perché divenuto abitazione dei briganti, ricostruito più volte e più volte distrutto.
L’edificio viene rilevato, subito dopo la guerra, dalla P.O.A per il fallimento della Società Italstrade che vi aveva avuto sede dal 1942.
Agli inizi degli anni Cinquanta i primi ospiti (di ogni età) provengono dal Polesine alluvionato e per un breve periodo dalle famiglie di Tavernerio alle quali il torrente Cosia aveva distrutto la casa (alluvione del 1951).
Il 18 novembre 1952, in seguito a laboriose trattative con l’INPS, si apre presso la villa (denominata ora Villa S.Maria), il preventorio antitubercolare con asilo e scuola elementari interni. Il preventorio era allora un luogo di prevenzione delle malattie polmonari dei bambini, in particolare la tubercolosi. Si parte con un gruppetto di una ventina e si arriva ad un centinaio di presenze, bambini e bambine inviati dall’INPS e dal consiglio antitubercolare provinciale. Ne assicurano da subito la gestione le Suore della Congregazione della Presentazione di Maria SS. al tempio con casa Madre a Setri Levante.
Con l’inizio dell’anno 1962 Mons. Fogliani diventa arciprete di Sondrio e gli succede come responsabile di Villa S.Maria il vicario generale Mons. Carlo Castelli che conferma la valida presenza delle suore.
Nell’ufficio di Superiora a Suor Margherita Dall’Orso subentra Suor Maria Pia Terzaghi. Ritorna Mons. Ambrogio Fogliani trascorrendo presso la villa gli ultimi dolorosi giorni della sua vita e lasciando in eredità alla ‘famiglia’ di Villa S.Maria gran parte della mobilia, che ancora oggi arreda alcune sale dell’istituto, oltre che modeste somme di denaro.

I bambini restavano allora a Villa S.Maria ininterrottamente per tutto il periodo della cura e gli esiti a fine anno scolastico testimoniavano sia le cure delle suore che l’efficiente impostazione del preventorio.

È il mese di giugno dell’anno 1966 quando l’INPS annulla gli accordi con gli enti privati costruendo il preventorio del Beldosso di Erba. Il preventorio di Villa S.Maria viene chiuso e da subito l’Amministrazione Provinciale chiede all’ODA di mettere la villa a disposizione dei minorati mentali in età scolare. La convenzione con il Provveditorato agli studi di Como che assicura gli insegnanti , gli accordi con l’Amministrazione Provinciale che si impegna all’invio di soggetti e al pagamento di un contributo giornaliero per ciascun ragazzo, il 10 ottobre dello stesso anno, danno l’avvio alla nuova attività.
Il Provveditorato agli studi di Como, preso atto della presenza nelle scuole statali di una sessantina di bambini con lievi insufficienze mentali e su richiesta inoltrata da Mons. Castelli in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di istituire presso l’Istituto Villa S.Maria una Scuola Speciale, accetta di stipulare la convenzione della scuola speciale di Tavernerio denominata Istituto Medico Psico-pedagogico Villa S.Maria.
Viene sostenuta una spesa molto alta per trasformare l’edificio e dotarlo di aule; la scuola viene a far parte del circolo didattico di Tavernerio e alle Suore si affiancano assistenti sociali. Secondo una terminologia in uso allora, l’istituto accoglie bambini e bambine dai 6 ai 12 anni con quoziente 050-080, quindi recuperabili.
Quindi dal 1966 l’istituto accoglie minori portatori di handicap psichici-sensoriali inseribili nella scuola speciale statale inserita nell’istituto e, anche se in parte minore, minori orfani o con genitori non in grado di occuparsi di loro, con conseguenti problemi di apprendimento e che frequentano la Scuola elementare e media locale.

Dal Giugno del 2007 ad oggi il centro è gestito da “Villa Santa Maria Società Cooperativa Sociale”.
Villa Santa Maria SCS rappresenta un punto di riferimento nella comunità locale e nel tessuto nazionale, sviluppando e promuovendo anche la cooperazione a livello internazionale con alcuni dei maggiori centri di riabilitazione neuropsichiatrica.

Un grande contributo all’avvio delle moderne attività di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza è offerto dal lascito del benefattore Dr. Alessandro De Orchi.

Alessandro De Orchi, nato a Como nato nel 1843, conseguita la laurea in medicina e chirurgia, riferendosi alla propria attività professionale appena iniziata, così scriveva di sé: “ … Era mio proposito consacrare la vita a sollievo dei diseredati dalla fortuna e dei sofferenti”. Così fece: durante la Terza Guerra d’Indipendenza fu nominato medico aggiunto nel Regio Esercito dal quale in seguito si dimise per imbarcarsi sul piroscafo “Clementina” dove, nelle traversate da Genova a Buenos Aires, assistette gli emigranti stipati nelle stive senza aria e luce. Il dott. De Orchi si mise così quotidianamente a disposizione dei suoi assistiti nonostante le inevitabili numerose difficoltà del periodo storico in cui operava. 

Nel 1903 il dott. De Orchi propose alle principali autorità della città di Como la costruzione di un apposito edificio a Rimini da destinare a colonia marina comasca. La proposta fu subito accolta con entusiasmo da tutti e qualche anno più tardi si decise di associare alla cura marina anche quella montana con l’istituzione di una Colonia Alpina a Casasco Intelvi.  

Dalla fine degli anni ’60 l’interesse delle famiglie ad inviare i propri figli a questi soggiorni diminuì e si decise di vendere prima la Colonia montana e in seguito anche quella marina.

Venuto meno lo scopo originario per il quale  era stato a suo tempo costituito, il Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Provinciale per le Cure Marine e Climatiche dei Fanciulli decise di devolvere l’intero patrimonio ad Enti con finalità di solidarietà sociale vicine alla volontà del fondatore.

Per questo nel 2002 nacque il Fondo De Orchi all’interno della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, che venne considerata una garanzia per affidabilità, trasparenza e inalienabilità del patrimonio. Grazie agli interessi del patrimonio affidato alla Fondazione, De Orchi continua la sua attività filantropica diretta ai giovani comaschi, garantendo sostenibilità a progetti innovativi.


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