30 settembre 2017

Musicoterapia: i risultati dello studio internazionale che ha coinvolto Villa Santa Maria pubblicati sulla prestigiosa rivista americana JAMA

La musicoterapia può contribuire a migliorare la motivazione sociale e a ridurre i manierismi dei soggetti con disturbi dello spettro autistico, ma per avere benefici più generalizzati sarà necessario rivedere i modi e i tempi di questo genere di cure. Sono questi i risultati emersi dallo studio multicentrico internazionale su bambini con disturbi dello spettro autistico al quale ha partecipato anche Villa Santa Maria, e che è stato recentemente pubblicato su JAMA, il Journal of the American Medical Association, una tra le riviste mediche più autorevoli e diffuse a livello internazionale.
Lo studio, coordinato dal dottor Christian Gold, del Centro di Ricerca sulla musicoterapia della Grieg Academy di Bergen, in Norvegia, ha preso in considerazione un campione di 364 bambini tra i 4 e 7 anni di età residenti in 9 diversi Paesi: Norvegia, Australia, Danimarca, Israele, Italia, Brasile, Corea del Sud, Inghilterra e Stati Uniti. Una parte dei piccoli, tutti affetti da disturbi dello spettro autistico, è stata sottoposta a terapie tradizionali, mentre un’altra parte è stata sottoposta a musicoterapia d’improvvisazione, nella quale i terapisti cantavano o suonavano brani adattati per stimolare l’attenzione di ogni singolo bambino.
L’idea di partenza dell’indagine era quella di valutare gli effetti di queste terapie sulle abilità sociali e sul grado di comunicazione dei piccoli. I ricercatori hanno confrontato i sintomi dell’autismo prima e dopo la terapia, basandosi sull’osservazione di un professionista che non conosceva i bambini o quale terapia ricevevano.
Se in un quadro generale le differenze di esito tra i due diversi trattamenti sono risultate essere trascurabili, la musicoterapia d’improvvisazione si è invece rivelata più efficace per migliorare una serie di altri aspetti minori che spesso contraddistinguono i soggetti con disturbi dello spettro autistico. Effetti significativi sono infatti stati riscontrati nell’ambito della motivazione sociale, dove i soggetti sottoposti a terapia musicale hanno registrato maggiori miglioramenti rispetto a quelli sottoposti alle cure standard, e nella riduzione dei manierismi.
Non solo. La terapia musicale a bassa intensità è stata associata a maggiori miglioramenti nella consapevolezza sociale rispetto alle terapie standard, e a progressi anche nell’affettività sociale misurata dalla scala ADOS. Altri effetti positivi sono poi stati riscontrati in ulteriori analisi di sottogruppi, oltre che nell’impatto che la partecipazione alle terapie ha avuto sui genitori dei bambini con disturbi dello spettro autistico.
Ma c’è di più. Come ha sottolineato Donna Murray, vicepresidente dei Programmi clinici di Autism Speaks, associazione americana impegnata a promuovere soluzioni per migliorare la qualità della vita dei soggetti autistici e delle loro famiglie, “molti interventi per i bambini con autismo possono essere utili anche se mostrano risultati misti nelle prove cliniche”.
Per quanto riguarda i bambini che hanno preso parte allo studio, “cinque mesi di terapia potrebbero non essere abbastanza lunghi” per ottenere miglioramenti misurabili nel quadro generale, senza tralasciare il fatto che la possibilità di impegnare un bambino con autismo con “qualcosa di attraente come la musica rappresenta comunque un grande inizio per una sorta di interazione sociale”.
Questo importante studio internazionale, al quale siamo stati lieti e orgogliosi di partecipare, ha fornito una serie di informazioni rilevanti, dalle quali si potrà ora ripartire per definire strategie che mettano a frutto con maggiore efficacia gli effetti della musicoterapia”, ha commentato il professor Enzo Grossi, direttore scientifico di Villa Santa Maria. “Anche se risultati in ambiti specifici sono già ampiamente incoraggianti, a livello generale è emersa la necessità di adottare interventi su misura per i singoli pazienti, in modo da migliorare l’efficacia di una terapia i cui benefici in futuro verranno con tutta probabilità valutati anche su un periodo di tempo più lungo”.

Dr. Dino Bondavalli
Responsabile Comunicazione
Villa Santa Maria

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